Buscofen è un farmaco ad azione analgesica, cioè in grado di alleviare i dolori di varia natura; generalmente Buscofen viene utilizzato per diminuire i dolori mestruali.
Il suo principio attivo è l’ibuprofene appartenente alla famiglia dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Come tutti i farmaci della famiglia FANS, Buscofen Capsule Molli ha un’azione antidolorifica, antinfiammatoria e antipiretica. Per questo motivo può essere utilizzato sia dalle donne per i classici disturbi mestruali, ma da entrambi i sessi per i più comuni disturbi legati a mal di testa, febbre, mal di denti, dolori osteoarticolari e muscolari.
L’arrivo del ciclo si sente nell’aria già nei giorni precedenti in quanto vi è la famosa “sindrome pre-mestruale” che colpisce moltissime donne proprio a ridosso del ciclo. Questa sindrome fa sembrare le donne che ne soffrono molto nervose, sensibili a livello emotivo e suscettibili. Oltre a ciò ci possono essere dei sintomi fisici come mal di testa e mal di schiena.
Il mal di testa è un sintomo molto diffuso sia nei giorni precedenti che poi durante il ciclo mestruale. Questo mal di testa non è legato ad altre malattie e quindi può essere definito “primario” e può essere più o meno intenso per questo si parla di emicranie, cefalea a grappolo e cefalea tensiva ovvero quella più diffusa perché si manifesta come un cerchio alla testa.
Spesso, il mal di testa, è associato all’utilizzo della pillola anticoncezionale perché va ad alterare l’equilibrio ormonale che comporta a modificazioni a livello dei vasi sanguigni del cervello. Questo si accentua nel momento in cui la pillola viene interrotta mensilmente nel momento del ciclo. Da sottolineare ovviamente che ogni soggetto è a sé e quindi anche la pillola non ha lo stesso effetto su tutte le donne.
Anche il mal di schiena può diventare invalidante come il mal di testa durante il ciclo e per questo è bene fare molta attenzione e dedicare del tempo a questa parte del corpo facendo degli allungamenti e degli impacchi caldi da mettere sui muscoli doloranti e contratti perché il calore aiuta a ridurre la tensione dei muscoli e a ridurre il dolore.
Per far fronte a questi dolori è possibile assumere Buscofen, per un massimo di sei compresse al giorno e per un periodo continuativo massimo di 7 giorni. Le capsule non devono essere masticate in quanto sono soft-gel ovvero la soluzione è contenuta in soluzione liquida permettendo un più rapido assorbimento e una maggiore rapidità nell’effetto.
Per l’assunzione ci si può aiutare con dell’acqua. È un farmaco che può essere assunto dai 12 anni di età in su, seguendo le indicazioni e le dosi descritte sul foglietto illustrativo. L’assunzione viene consigliata durante i pasti o subito dopo per evitare problemi a livello gastrico.
Buscofen Capsule Molli può essere somministrato senza il parere del medico, ma se i dolori persistono e non si placano dopo l’assunzione del farmaco per un periodo prolungato è meglio consultare il proprio medico per valutare un’eventuale trattamento.
Buscofen è un farmaco che può essere assunto appena i dolori si presentano senza lasciare che il dolore aumenti e diventi così insopportabile andando a rendere difficile ogni tipo di attività quotidiana.
Dolori di varia origine e natura (dolori mestruali, mal di testa, mal di denti, nevralgie, dolori osteoarticolari e muscolari).
L’ibuprofene e’ controindicato nei casi di ipersensibilita’ verso i componenti del prodotto, in pazienti con ipersensibilita’ ai salicilati o ad altri antinfiammatori o antireumatici. Storia di emorragia gastrointestinale o perforazione relativa a precedenti trattamenti attivi. Storia di emorragia/ulcera peptica ricorrente (due o piu’ episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento). Grave insufficienza cardiaca. L’ibuprofene non va impiegato nei pazienti affetti da discrasie ematiche di origine sconosciuta, da porfiria, da ipertensione, da grave insufficienza coronarica incontrollata, con gravi alterazioni della funzionalita’ epatica o renale ed in concomitanza di interventi chirurgici (comprese le operazioni dentistiche), nei pazienti che abbiano subito significative perdite di liquidi (per vomito, diarrea o scarsa ingestione di liquidi). E’ controindicato nei bambini di eta’ inferiore ai 12 anni, in gravidanza e allattamento. Ibuprofene non deve essere somministrato a pazienti che abbiano avuto sintomi di asma, polipi nasali, angio-edema, od orticaria a seguito di somministrazione di salicilati o altri FANS.
Oompresse: Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 1-2 compresse, due-tre volte al giorno, preferibilmente a stomaco pieno. Non superare comunque la dose di 4 compresse al giorno. Non superare le dosi consigliate: in particolare i pazienti anziani dovrebbero attenersi a i dosaggi minimi sopraindicati. Capsule molli: Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 1-2 capsule molli, due-tre volte al giorno, preferibilmente a stomaco pieno. Non superare comunque la dose di 4 capsule molli al giorno. Non superare le dosi consigliate: in particolare i pazienti anziani dovrebbero attenersi ai dosaggi minimi sopraindicati.
L’uso di Buscofen deve essere evitato in concomitanza di FANS, inclusi gli inibitori selettivi della COX-2. Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della piu’ bassa dose efficace per la piu’ breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere i paragrafi sottostanti sui rischi gastrointestinali e cardiovascolari). Anziani: I pazienti anziani hanno un aumento della frequenza di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali. Emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione: durante il trattamento con tutti i FANS, in qualsiasi momento, con o senza sintomi di preavviso o precedente storia di gravi eventi gastrointestinali, sono state riportate emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione che possono essere fatali. Negli anziani e in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione, il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione e’ piu’ alto con dosi aumentate di FANS. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la piu’ bassa dose disponibile. L’uso concomitante di agenti protettori (misoprostolo o inibitori di pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti e anche per pazienti che assumono basse dosi di aspirina o altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali. Pazienti con storia di tossicita’ gastrointestinale, in particolare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto emorragia gastrointestinale), in particolare nelle fasi iniziali del trattamento. Cautela deve essere prestata dai pazienti che assumono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o emorragia, come corticosteroidi orali, anticoagulanti come Warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o agenti antiaggreganti come l’aspirina. Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale in pazienti che assumono Buscofen il trattamento deve essere sospeso. I FANS devono essere somministrati con cautela nei pazienti con una storia di malattia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) poiche’ tali condizioni possono essere esacerbate. Pazienti con lupus eritematoso sistemico o con disturbi vari del tessuto connettivo hanno un rischio maggiore di sviluppare meningite asettica o epatite. Occorre cautela nei pazienti con una storia di ipertensione e/o insufficienza cardiaca poiche’, in associazione alla terapia con FANS sono state riportate ritenzione idrica ed edema. Ibuprofene puo’ dare un innalzamento delle concentrazioni seriche delle aminotransferasi, e di altri marker della funzionalita’ epatica, in pazienti senza precedenti evidenze di disturbi della funzione epatica. Questi di solito comprendono aumenti relativamente modesti e transitori rispetto al range normale. Se queste anomalie sono significative dal punto di vista clinico o se sono persistenti allora il trattamento con ibuprofene deve essere interrotto e la risposta a seguito dell’interruzione del trattamento deve essere monitorata. Ibuprofene puo’ causare ritenzione di sodio, potassio e acqua in pazienti che in precedenza non hanno mostrato segni di disturbi renali, a causa dell’effetto sulla perfusione renale. Cio’ puo’ provocare edema o causare uno scompenso acuto della funzione cardiaca o ipertensione in soggetti predisposti. Pazienti a maggiore rischio di scompenso renale manifesto sono persone anziane, pazienti deidratati o ipovolemici, pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, cirrosi, sindrome nefrotica, insufficienza renale, quelli in trattamento con diuretici e pazienti che recentemente hanno subito un’operazione chirurgica. L’interruzione del trattamento e’ solitamente seguita da un rapido ritorno allo stato della funzione renale pre-trattamento. Ibuprofene puo’ anche interferire con gli effetti natriuretici dei diuretici. L’ibuprofene puo’ mascherare sintomi (febbre, dolore, gonfiore) di una infezione. L’uso di Buscofen, come di qualsiasi altro farmaco inibitore della sintesi delle prostaglandine e della ciclossigenasi, e’ sconsigliato nelle donne che intendano iniziare una gravidanza. La somministrazione di Buscofen dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilita’ o che sono sottoposte a indagini sulla fertilita’. Molto raramente sono state riportate, in associazione con l’uso dei FANS, gravi reazioni cutanee alcune delle quali fatali includenti dermatite esfoliativa, sindrome di Steven-Johnson e necrolisi tossica epidermica. Nelle prime fasi della terapia i pazienti sembrano essere esposti a un rischio piu’ alto: l’insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. Buscofen deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilita’. Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari: Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alti dosaggi (2400 mg/die) e per trattamenti di lunga durata, puo’ essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p. es. infarto del miocardio o ictus). In generale, gli studi epidemiologici non suggeriscono che basse dosi di ibuprofene (per es. <= 1200 mg/die) siano associate ad un aumento del rischio di infarto del miocardio.
Corticosteroidi: aumento del rischio di ulcerazione o emorragia gastrointestinale. Anticoagulanti: I FANS possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti come il warfarin. Agenti antiaggreganti piastrinici e inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs): aumento del rischio di emorragia gastrointestinale. La somministrazione concomitante di ibuprofene e di farmaci contenenti digossina, litio o fenitoina, puo’ comportare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di questi ultimi. L’ibuprofene puo’ ridurre l’efficacia dei diuretici e degli antiipertensivi, la somministrazione contemporanea di ibuprofene e diuretici potassio-risparmiatori puo’ determinare un aumento dei livelli plasmatici di potassio. I farmaci contenenti probenecid o sulfinpirazone possono ritardare l’escrezione dell’ibuprofene. Benche’ finora non vi sia alcuna interazione accertata degli antidiabetici e degli anticoagulanti con l’ibuprofene, si raccomanda di limitare il trattamento concomitante ai casi in cui sia possibile monitorare i livelli plasmatici di glucosio e la velocita’ di coagulazione, sotto diretto controllo medico.
La suscettibilita’ agli effetti indesiderati varia da individuo ad individuo. In generale, il rischio di sviluppare effetti indesiderati aumenta con l’aumentare della dose e della durata del trattamento. Non comunemente sono state osservate reazioni di ipersensibilita’ (per esempio arrossamento cutaneo, prurito, broncospasmo (asma), ipotensione moderata). Molto raramente possono verificarsi reazioni bollose includenti sindrome di Steven-Johnson e Necrolisi Tossica Epidermica, eritema multiforme, alopecia (perdita di capelli) e gravi reazioni di ipersensibilita’ (per esempio orticaria, angio-edema facciale, della bocca e laringe, ipotensione grave). E’ opportuno rivolgersi al medico qualora sopravvengano edema facciale, edema della lingua, edema della laringe con restringimento delle vie aeree e dispnea, tachicardia o caduta della pressione sanguigna, stato di shock (cute pallida e fredda, vertigini e perdita di coscienza). Gastrointestinali: gli eventi avversi osservati piu’ comunemente sono di natura gastrointestinale. Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, a volte fatale, in particolare negli anziani. Dopo somministrazione di ibuprofene sono stati riportati: nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, esacerbazione di colite e morbo di Crohn. Meno frequentemente sono state osservate gastriti. Se un paziente lamenta forte dolore all’addome o feci molto scure, si raccomanda di interrompere immediatamente la terapia e di rivolgersi al medico. Molto raramente possono manifestarsi alterazioni dell’ematopoiesi (anemia, agranulocitosi o leucopenia, cioe’ diminuzione dei globuli bianchi, diminuzione delle piastrine circolanti e pancitopenia). In questi casi si raccomanda di interrompere immediatamente la terapia sia con ibuprofene che con altri analgesici o antipiretici e di rivolgersi al medico. Non comunemente potrebbe verificarsi mal di testa. Sporadicamente, l’ibuprofene puo’ causare meningite. Nel caso se ne manifestino i primi sintomi (forte cefalea, nausea, vomito, insonnia e/o rigidita’ nucale) interrompere la terapia e consultare il medico. In associazione al trattamento con FANS sono stati riportati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca. Il trattamento con ibuprofene puo’ determinare un’esacerbazione dell’edema periferico nei pazienti affetti da ipertensione e con tendenza alla ritenzione di liquidi. Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di ibuprofene (specialmente ad alti dosaggi 2400 mg/die) e per trattamenti di lunga durata, puo’ essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p. es. infarto del miocardio o ictus). Molto raramente si puo’ manifestare danno epatico e aumentate concentrazioni nel sangue delle aminotransferasi. La somministrazione prolungata e a dosi elevate di ibuprofene puo’ dar luogo talvolta a disturbi a carico del sistema nervoso centrale, come cefalea, vertigini, insonnia, irrequietezza, irritabilita’ e senso di stanchezza. Se si manifestassero disturbi della visione, e’ opportuno consultare un medico. Molto raramente sono stati segnalati episodi di alterazione della funzionalita’ renale (ridotta escrezione di urina, ritenzione di liquidi (per esempio edema periferico), insufficienza renale acuta; possono aumentare creatinina serica e urea serica.
Gravidanza: L’inibizione della sintesi di prostaglandine puo’ interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5%. E’ stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalita’ embrione-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, e’ stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: tossicita’ cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); disfunzione renale, che puo’ progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che puo’ occorrere anche a dosi molto basse; inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Allattamento: Il medicinale e’ controindicato in allattamento.
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